Immersi nel mondo della musica, il noto direttore d’orchestra Beppe Vessicchio ci ha svelato i misteri dei gesti che orchestrano armonicamente i musicisti durante il Festival di Sanremo.
In esclusiva per Pop Corner, abbiamo avuto il privilegio di intervistare Beppe Vessicchio, il brillante direttore d’orchestra alla guida della prestigiosa kermesse canora per la sua ventiseiesima edizione. Attraverso una conversazione avvincente, abbiamo esplorato il ruolo chiave del direttore nel coordinare l’orchestra, soffermandoci sulla magia dei movimenti segnati dalle sue mani durante le esibizioni.
Rivelando un piccolo segreto, Vessicchio ha svelato che, essendo mancino, utilizza la mano sinistra per scandire il ritmo, dove l’ampiezza del gesto determina l’intensità del suono: un dettaglio che spesso porta i direttori d’orchestra a muoversi in maniera frenetica, quasi con frenesia. La dolcezza dei movimenti, invece, suggerisce se il suono dovrà essere avvolgente o delicato. La mano destra, al contrario, anticipa i brani successivi, guidando i musicisti verso le prossime armonie.
Prima di calcare il palcoscenico del Festival di Sanremo, il Maestro si dedica all’adattamento dei brani in gara, ascoltandoli attentamente e trascrivendo ogni singolo strumento, integrandone di nuovi se necessario. Il processo di trascrizione richiede solitamente da due a tre ore, mentre l’introduzione di uno strumento aggiuntivo può richiedere anche uno o due giorni. Il tutto viene poi racchiuso in una partitura unica, che consente al direttore di tenere sotto controllo ogni singolo strumento in ogni istante.
Ogni brano in gara a Sanremo viene saggiato per circa cinquanta minuti, permettendo sia agli artisti che ai musicisti di padroneggiare la melodia prima della memorabile esibizione dal vivo. Un processo lungo e impegnativo che porta alla perfezione ed alla magia che solo la musica dal vivo può regalare.